• Account
  • Chi siamo
  • Dove siamo
  • FAQ
  • Homepage
  • Informativa Cookie
  • Informativa privacy
  • Login
  • Logout
  • Members
  • Modulistica
  • Normativa
  • Organizzazione
  • Pagina di esempio.
  • Pagina riservata operatori
  • Password Reset
  • Rassegna stampa
  • Register
  • Sample Page
  • Scadenze
  • Sistema Servizi UCI
  • User
Seguici
UNAP Informa
  • Home
  • Chi siamo
  • Dove siamo
  • Pensionati

Baby pensioni: oltre 157mila persone incassano assegni da 40 anni

Pensionati - 11 Ago 2024

Home » Baby pensioni: oltre 157mila persone incassano assegni da 40 anni

L’Inps dichiara che il totale delle persone che riceve una pensione di vecchiaia oppure anticipata equivale a una città grande come Perugia o Livorno. Di questi oltre 95 mila provengono dal settore privato, mentre poco più di 62 mila dal pubblico, che gode di assegni più ricchi.

Origine delle baby pensioni

La presenza delle baby pensioni è legata a quanto venne deciso negli anni Ottanta, quando si permise alle dipendenti pubbliche sposate con figli con almeno 14 anni, sei mesi e un giorno di contributi di accedere alla pensione indipendentemente dell’età anagrafica. Una decisione che ha aperto una voragine nei conti pubblici e che costerà 2,4 miliardi di euro solo quest’anno. A chiudere definitivamente quella stagione sono state le riforme volute dal più recente governo Monti e dalla ministra del Lavoro Fornero, che hanno introdotto il sistema contributivo pro-rata per tutti

Chi riceve la pensione da almeno 40 anni

Sono oltre 157 mila le persone che ricevono una pensione di vecchiaia (o anticipata) da almeno 40 anni, ovvero dal 1984 o dagli anni precedenti: il dato emerge dagli osservatori dell’Inps sulle pensioni vigenti al primo gennaio del 2024, secondo i quali sono 95.045 per il settore privato e 62.034 per quello pubblico. Il totale è uguale a una città di media grandezza, come Perugia o Livorno.

Secondo l’Osservatorio sul settore privato le pensioni con decorrenza prima del 1980 sono 18.717, liquidate quando negli Stati Uniti era presidente Jimmy Carter e in Italia era stato eletto da poco Sandro Pertini. L’età media al momento della liquidazione delle pensioni attualmente ancora in essere con una decorrenza prima del 1980 è di 52,3 anni mentre l’assegno medio mensile è di 1.020 euro. Per il settore pubblico sono in vigore da prima del 1980 13.311 pensioni di vecchiaia con un assegno medio di 1.607 euro al mese.

I dati generali sulle pensioni

Se si guarda all’intera platea delle pensioni Ivs (vecchiaia, invalidità previdenziale e superstiti) in vigore dal 1984 o dagli anni precedenti tra pubblico e privato ci sono oltre 549mila assegni. Tra questi oltre 437mila si riferiscono al settore privato e quasi 112mila al settore pubblico.

In questa platea rientrano però anche l’invalidità previdenziale e le pensioni ai superstiti che possono essere state liquidate anche a persone molto giovani (nel privato per l’invalidità nel caso delle pensioni decorrenti prima del 1980 l’età media delle pensioni ancora in vigore è di 39,46 anni e di 36,23 per i superstiti). Non sono considerati invece gli assegni sociali e le invalidità civili.

Il costo delle pensioni

I dati sulla vecchiaia sono legati alle regole per il pensionamento che si avevano negli anni Ottanta che hanno dato origine al fenomeno delle baby pensioni. In quegli anni era possibile per le dipendenti pubbliche sposate con figli con almeno 14 anni sei mesi e un giorno di contributi di accedere alla pensione indipendentemente dell’età anagrafica.

Il costo al momento per le sole pensioni di vecchiaia erogate tra pubblico e privato prima del 1980 è di circa 2,4 miliardi (numero di pensionati per la pensione media ricevuta) per quest’anno. Il costo nel tempo è stato molto alto dato che a fronte di 15 anni di contributi versati si ricevono assegni per circa 40 anni

La riforma successiva

La stretta è arrivata solo negli anni successivi, prima che il Governo Monti con la ministra del Lavoro Fornero introducessero il contributivo pro-rata per tutti, ma ha anche avuto un lungo periodo di assestamento, con la riforma Dini che ancora consentiva nel 1996 di lasciare il lavoro con 52 anni di età e 36 di contributi

La situazione oggi

E oggi invece? Secondo quanto emerge dal Monitoraggio sui flussi di pensionamento riferito al primo semestre 2024, circa la metà delle persone che vanno in pensione anticipata lo fa prima di aver compiuto 62 anni, mentre circa il 28% va a riposo prima di averne compiuti 60: secondo i calcoli, quindi, gli assegni di pensione anticipata con decorrenza prima dei 60 anni sono stati 27.962 su 99.707 pensioni anticipate complessive decorrenti nel periodo.

I dati settore per settore

Ad eccezione di quelle della gestione dei commercianti che hanno un’età media alla decorrenza di 62 anni, le altre pensioni anticipate restano ampiamente al di sotto: i dipendenti del settore privato vanno a 61,2 anni, i coltivatori diretti a 61,1, gli artigiani a 61,3 e i pubblici a 61,7. Se si guarda all’intero 2023, a fronte di 228.570 pensioni anticipate con decorrenza nell’intero anno ce ne sono state 62.267 erogate prima dei 60 anni (27,2% del totale) mentre circa la metà nel complesso (oltre 100mila) hanno riguardato persone con meno di 62 anni.

A parte i dipendenti pubblici e i commercianti che avevano un’età media alla decorrenza delle anticipate rispettivamente di 62,2 anni e di 62,1 anni per gli altri l’età media è sotto i 62 con i dipendenti del settore privato a 61,1

Notizie dagli enti

ENAC

Permacultura: il futuro dell’agricoltura secondo Mario Serpillo

30/05/2025

Agricoltura: rivalutazione 2025 per le prestazioni INAIL

29/05/2025

La Cassazione chiarisce il conteggio delle giornate lavorative necessarie per il diritto alla NASPI

26/05/2025

CAF

Novità nel frontespizio del Modello Redditi Persone Fisiche 2025

30/05/2025

730/2025: perché fare attenzione al quadro W

29/05/2025

Come pagare l’acconto IMU entro il 16 giugno

26/05/2025

MONDO UCI

Permacultura: il futuro dell’agricoltura secondo Mario Serpillo

30/05/2025

Agricoltura: rivalutazione 2025 per le prestazioni INAIL

29/05/2025

La Cassazione chiarisce il conteggio delle giornate lavorative necessarie per il diritto alla NASPI

26/05/2025

  • Accedi
  • Register
  • Logout
  • Informativa privacy
  • Informativa Cookie

Handmade by Digital Documents Solution

Copyright 2025 - UNAP Informa